Test di caratterizzazione che analizza la capacità di un componente a resistere agli urti.
Questa prova meccanica consiste nell’impattare un provino (che può essere con o senza intaglio) attraverso l’utilizzo di mazze e pendoli con pesi definiti, quindi energia potenziale caratteristica, che permettono di calcolare la resilienza del materiale, ovvero la capacità di immagazzinare energia nel campo elastico, prima di attivare la rottura.
Il provino potrebbe non rompersi, quindi il test sarebbe positivo, oppure rompersi e dare come risultato una certa energia di impatto, ovvero la resilienza. Maggiore è la resilienza, più il materiale sarà resistente agli urti. Inoltre è possibile caratterizzare il materiale come duttile o fragile, in base alla modalità in cui avviene la rottura.
Questa tipologia di test è piuttosto semplice ed è spesso richiesta tra le caratterizzazioni dei materiali plastici e nelle schede tecniche dei prodotti commerciali.
Il laboratorio può eseguire il test secondo norme internazionali ISO 179 (Metodo Charpy) e ISO 180 (Metodo Izod).